Para
Key


[3630,2] Le forme regolari e perfette ec. de' participii e
supini (e anche de' perfetti e lor dipendenze) della seconda e terza maniera
massimamente, da me
3631 stabilite e richiamate [
pp.1122-25]
[
pp.1153-54]
[
p.1167] nei verbi
che più non le hanno, sono, oltre gli altri argomenti, confermate da' verbi
delle stesse maniere che ancor le hanno, e che ne' participii o supini son
regolari e perfetti, sia ch'essi abbiano anche degl'irregolari, o che
gl'irregolari solamente; e ch'essi sieno regolari e perfetti in tutto, o che
senza ciò lo sieno ne' participii o supini. P. e. habeo
habes
habui, verbo tutto regolare e perfetto, fa habitum e habitus a um, non
habtum. {
exerceo, coerceo ec. es ui itum. Mentre che arceo, ch'è il semplice di questi verbi, fa arctum, come si dimostra dall'aggett. arctus, secondo il detto altrove in proposito [
p.1144]
placeo-taceo-noceo es ui itum. Perchè nocitum e non docitum? Se non per pura
casualità d'uso nel pronunziare?} Perchè dunque doceo
doces
docui, doctum, non docitum? E da tali osservazioni si vede che questo
paradigma e quello di lego sono male scelti ad uso delle grammatiche, perchè
ambo irregolari, o vogliamo dire alterati dalla prima lor forma, e dalla vera
forma de' loro pari, ne' supini e ne' participii in us. Il che di lego si dimostra anche
particolarmente col suo derivato legito, come altrove
[
pp.2972-74]. (8. Ott. 1823.)