Para
Key


[3988,2] Il v non è che aspirazione ec. Del
Digamma eolico v. la Gramm. del Weller, Lips. 1756. p. 65.- È uso della lingua italiana
l'omettere o l'aggiungere il v nei nomi, massime
aggettivi in ío. {Così in latino: p. e. v. Forcell. in Dium. E certo da δῖος
dev'essere divus; e v. Forc. in Divus.} Nel dire
ío o ivo spessissimo
varia sì la lingua scritta da se stessa (natio-nativo), sì il volgare dalla scritta (stantio, volg. stantivo, e
viceversa in altri casi) e da se stesso, sì l'italiano scritto o parlato o
entrambo dall'altre lingue, sì dalla latina o dall'originaria della rispettiva
parola (joli
giulivo per giulío, che
3989 anche si disse anticamente, oggi è perduto
affatto) sì da altre (rétif-rétive-restio), e viceversa queste dalla
nostra, e tra loro, e in se stesse ec. (16. Dec. 1823.)