Para
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[4248,1] 4248 ἐϑέλειν per δύνασϑαι. V. Casaub. ad Athenae. l. 8. c. 10. sulla fine. {+ Plat. ed Astii t. 4. p. 104. lin. 23. p. 200. lin. 9. }

[4248,2] μοχϑηρος ha diverso accento quando si scrive per infelice e quando per malvagio; μóχϑηρoς o μoχϑηρός; come ho notato altrove [ p.3343] [ p.4213] di πονηρoς. Puoi vedere Casaub. ad Athenae. l. 8. c. 10. titul. et init.

[4248,4] Al detto altrove [ pp.3569-70] di curtus, cortar, scortare, scorciare, accorciare ec. aggiungi accortare.

[4248,7] 'Pακεία - racaille. V. Casaub. ad Athenae. l. 9. c. 5. Sottosopra, sossopra, sozzopra ec. - ἄνω κάτω.

[4248,9] Certo molte cose nella natura vanno bene, cioè vanno in modo che esse cose si possono conservare e durare, che altrimenti non potrebbero. Ma infinite (e forse in più numero che quelle) vanno male, e sono combinate male, sì morali sì fisiche, con estremo incomodo delle creature; le quali cose di leggieri si sarebbono potute combinar bene. Pure perch'elle non distruggono l'ordine presente delle cose, vanno naturalmente e regolarmente male, e sono mali naturali e regolari. Ma noi da queste non argomentiamo già che la fabbrica dell'universo sia opera di causa non intelligente; benchè da quelle cose che vanno bene crediamo poter con certezza argomentare che l'universo sia fattura di una intelligenza. Noi diciamo che questi mali sono misteri; che paiono mali a noi, ma non sono, benchè non ci cade in mente di dubitare che anche quei beni sieno misteri, e che ci paiano beni e non siano. Queste considerazioni confermano il sistema di Stratone da Lampasco, spiegato da me in un'operetta a posta. (18. Febbraio. Domenica di Sessagesima. 1827.)