26. Sett. 1821.
[1793,1] Quello che ho detto altrove pp. 1749-50 della
bellezza o bruttezza il cui giudizio bene spesso si muta, vedendo una persona
conosciuta e non riconoscendola, si può estendere non solo ad altri generi di
bello e brutto, ma eziandio ad altre qualità degli oggetti, (umani o no) e fino
alla statura (quantunque l'idea di questa paia immutabile) della quale ancora,
nelle persone conosciute, ci formiamo una certa idea abituale, le cui
proporzioni {comparative} bene spesso si mutano, e
crescono o scemano, se per caso vediamo quelle stesse persone senza
riconoscerle, ancorchè le vediamo isolate,
1794 e fuori
della comparazione d'altre stature, la quale cambia assai spesso l'idea delle
proporzioni ec. (26. Sett. 1821.). {{V. p. 1801.}}