27. Ott. 1821.
[1999,1] La velocità p. es. de' cavalli o veduta, o
sperimentata, cioè quando essi vi trasportano (v. in tal proposito l'Alfieri
nella sua Vita, sui principii) è
piacevolissima per se sola, cioè per la vivacità, l'energia, la forza, la vita
di tal sensazione. Essa desta realmente una quasi idea dell'infinito, sublima
l'anima, la fortifica, la mette in una indeterminata azione, o stato di attività
più o meno passeggero. E tutto ciò tanto più quanto la velocità è maggiore. In
questi effetti avrà parte anche lo straordinario. (27. Ott.
1821.)