5. Nov. 1821.
[2054,2]
Alla p. 2052.
Dalla natura di tali stili (propri di tutti i grandi e veri poeti, più o meno, e
massime di quelli che si distinguono anche nello stile) deve risultare, che
molte delle dette immagini (talvolta comprese in una brevissima frase, in una
sola parola ec.) debbano essere solamente accennate; e così
2055 pure solamente accennate le connessioni e relazioni loro col
soggetto, o colle altre immagini, idee, sentenze, {ec.}
a cui son vicine, a cui spettano, a cui si riferiscono ec. E questo ancora
piace, perchè obbliga l'anima ad una continua azione, per supplire a ciò che il
poeta non dice, per terminare ciò ch'egli solamente comincia, colorire ciò
ch'egli accenna, scoprire quelle lontane relazioni, che il poeta appena indica
ec.
et aridus altis
Montibus audiri fragor. * (Virg. Georg. 1. 357. seg.) Che ha che fare il fragore coll'arido? Bisogna che il pensiero conosca ch'egli v'ha che fare in quanto strepita fra i seccumi d'una selva. Ecco come la mente deve supplire alla connessione delle idee (solamente accennata, anzi quasi trascurata dal poeta) dentro una stessa brevissima frase. E deve poi compiere l'immagine che è solamente accennata, con quell'aridus fragor. (Questa interpretazione 2056 ch'io do al detto passo, non so se sia vera. V. i comment. A me basta che quest'esempio spieghi a me stesso il mio pensiero.) {+Ecco come la soppressione stessa di parole, di frasi, di concetti, riesca bellezza, perchè obbliga l'anima piacevolmente all'azione, e non la lascia in ozio. ec. ec.} Tali qualità nello stile possono facilmente essere eccessive come nel seicento. Allora l'anima non vi prova gusto, almeno non in tutti i tempi, e nazioni ec. ec. giacchè l'eccesso, come il difetto, in questo e in tutt'altro, è relativo.
et aridus altis
Montibus audiri fragor. * (Virg. Georg. 1. 357. seg.) Che ha che fare il fragore coll'arido? Bisogna che il pensiero conosca ch'egli v'ha che fare in quanto strepita fra i seccumi d'una selva. Ecco come la mente deve supplire alla connessione delle idee (solamente accennata, anzi quasi trascurata dal poeta) dentro una stessa brevissima frase. E deve poi compiere l'immagine che è solamente accennata, con quell'aridus fragor. (Questa interpretazione 2056 ch'io do al detto passo, non so se sia vera. V. i comment. A me basta che quest'esempio spieghi a me stesso il mio pensiero.) {+Ecco come la soppressione stessa di parole, di frasi, di concetti, riesca bellezza, perchè obbliga l'anima piacevolmente all'azione, e non la lascia in ozio. ec. ec.} Tali qualità nello stile possono facilmente essere eccessive come nel seicento. Allora l'anima non vi prova gusto, almeno non in tutti i tempi, e nazioni ec. ec. giacchè l'eccesso, come il difetto, in questo e in tutt'altro, è relativo.
[2056,1] Tali stili, che ho detto pp. 2050-51
bastare alle volte senz'altro a fare un poeta, sono poi così difficili a
distinguersi dalle cose, che non facilmente potrete dire, se il tal pezzo
scritto in simile stile, sia poetico pel solo stile, o per le cose ancora. Del
resto è evidente che detti stili domandano vivacità d'immaginazione ec. ec. nel
poeta (e nel lettore ancora), e quindi disposizioni poetiche: e se vorremo
sottilmente guardare, poche pochissime parti troveremo nelle più poetiche
poesie, che detratte queste e simili qualità dello stile in
2057 cui sono scritte, restino ancora poetiche. L'immaginazione in
gran parte non si diversifica dalla ragione, che pel solo stile, o modo, dicendo
le stesse cose. Ma queste cose la ragione non le saprebbe nè potrebbe mai dir
così; e solo il poeta vero le esprime in tal modo. (5. Nov.
1821.).