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8. Nov. 1821.

[2071,1]   2071 Alla p. 2052. fine. dissertare, exsertare, insertare, da dissertus, exsertus, insertus, di disserere, exserere, inserere. Il nostro concertare, concerto ec. e il francese e lo spagnolo non sembrano essere altro che un continuativo di conserere (v. Forcell. in questa voce), detto da prima consertare. V. la Crusca in consertare, conserto ec. e i Dizionari francesi e spagnoli. Giacchè non pare che abbiano a far niente col latino puro concertare, da certare. Il Gloss. non ha nulla nè di consertare, consertus, ec. nè di concertare, concertus ec. e non accade consultarlo. {+Il nostro disertare ec. viene come altrove ho detto da desertus ec. p. 1109.} Sembra anche che esistesse un continuativo del semplice serere, cioè sertare. Sertatus regali majestate ha Marziano Capella, e lo porta il Forcellini in sertatus, che spiega coronatus, serto circumdatus; e sertare nel Gloss. si spiega sertum imponere, coronare, quasi volessero dire che questo verbo è formato dal sustantivo  2072 sertum, ovvero serta orum, oppure da serta ae (de' quali v. il Forcell. l'Append. e il Gloss.). Ma trovandosi questo verbo tanto nell'esempio portato dal Forc. quanto in altro del Gloss. accompagnato con ablativo di cosa, non par che sia formato da un sustantivo, ma ben da sertus participio di serere (sero, is, ui, ertum.), e perciò sertatus sia d'altra natura che radiatus, paludatus, togatus i quali propriamente non s'accompagnano ad ablativi di cosa, ma stanno da se. Del resto sebbene non si trova che il participio sertatus, e il Forcellini non porta che questo (il Gloss. però pone sertare), io credo però che questo sertatus per le dette ragioni, indichi un verbo, e sia cioè un participio. Sertare in senso di chiudere è della bassa latinità, e lo porta pure il Gloss. ma non ha che fare col nostro sertatus nè viene da serere, ma è uno storpiato continuativo di serare, il qual serare è riconosciuto da Prisciano. (Forcell. in Sero, is. fine.). (8. Nov. 1821.).