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9. Nov. 1821.

[2076,2]  Alla p. 1151. fine. Quassare di cui dice Gellio, quassare, quam quatere, gravius violentiusque est, non è altro che un continuativo di quatere dal suo participio quassus. Il quale si trova bene spessissimo negli autori latini, ma da[da'] gramatici è riconosciuto piuttosto per nome aggettivo che per participio di quatere. (Forse anche  2077 ameranno di chiamarlo contrazione di quassatus). Non nego che infatti non si trovi usato in forma per lo più di aggettivo, ma ciò accade nè più nè meno a innumerabili altri evidentissimi participii passivi d'altri verbi. Ora che quassus in origine sia puro participio di quatere, si farà chiaro dal verbo quassare considerato secondo le osservazioni che noi abbiamo fatte circa la formazione di tali verbi continuativi dal participio in us de' positivi; e si conferma ancora dall'autorità di Festo il quale dice che concutere è composto di con e quatere. Ora egli ha il suo participio passato e questo fa concussus, (così excussus, incussus ec.) e se concutere, è quanto dire conquatere, concussus sarà come conquassus. (V. Forcell. in quatere principio, concutere ec.) Conquassare altro derivato compositivo di quatere, viene dunque ad essere un continuativo di concutere ec. {+niente meno di quello che succussare (onde succussator, succussatura ec. V. anche il du Cange) lo sia di succutere. Forcell. lo chiama frequentativo di succutere. È verbo antico, co' suoi derivati; pur di questi se n'ha nel Gloss. e noi pure volgarmente diciamo talvolta succussare.} (9. Nov. 1821.).