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29. Nov. 1821. giorno della morte di mia Nonna.

[2187,1]  Alla p. 2022. Concedo, come altrove ho detto pp. 1111. sgg., che i verbi continuativi, talvolta, ed anche spesso (ma di rado però ne' più antichi e primitivi monumenti) siano stati adoperati,  2188 in senso, almeno confusamente frequentativo, e simile a quello de' verbi in itare. Ma io ho dimostrato splendidamente il significato proprio continuativo di tanti verbi così come ho detto formati, ho distinto così evidentemente il significato continuativo l'azione continuata ec. dalla frequente, che già non si può mettere in dubbio l'esistenza di verbi (e non pochi) tenuti fin qui per frequentativi ec. i quali sono di senso manifestamente continuativo, secondo le distinzioni da me notate, e diversissimo dal frequente, ec. Resterebbe che riconoscendo questo, si negasse ai verbi così come io dico formati, la proprietà essenziale di tali significazioni; queste si volessero supporre accidentali, e tenere per non avvertite modificazioni o parti ec. del senso frequentativo; negare che gli antichi latini avessero una forma di verbi apposta per li significati continuativi, e per continuare ec. il significato de' loro verbi originarii,  2189 e modificarlo in questo dal preciso modo ch'io dico; si presumesse che queste minute e sfuggevoli differenze non fossero cadute in mente degli antichi latini, o non fossero state considerate nel loro linguaggio; e in somma si persistesse a credere che il valore de' verbi in are ec. e in itare fosse tutt'uno, distinguendosi questi verbi per la sola forma, e non pel significato proprio, stimando casuali e non precisamente volute da' latini e da' formatori di quei verbi, le differenze di significazione che tra essi s'incontrano: o al più si concedesse che la forza diminutiva non appartenga se non ai verbi in itare, volendo però che la frequentativa sia loro comune coi verbi in are ec. e che questi sieno parimente frequentativi, includendosi nel valore frequentativo tutte le altre significazioni loro ch'io ho fatte osservare. Or questo appunto è quello che non potremo concludere, se osserveremo  2190 che laddove quelli ch'io chiamo continuativi sono usati talvolta nel senso frequentativo (e la ragione vedila p. 2023.) i verbi per altro in itare che son veri frequentativi o diminutivi, non si troveranno mai o difficilissimamente usati ne' vari sensi continuativi da me specificati (v. p. 1116. sulla fine 1117.), il che dimostra una precisa, voluta, e non accidentale differenza tra il valor proprio de' verbi in itare, e di quelli in semplice are. E in che consista tal differenza di valor proprio, questo è ciò che essendo stato finora inosservato, ho notato io, facendo conoscere i verbi in are ec. per propriamente continuativi, non frequentativi nè diminutivi, e i verbi in itare per frequentativi o diminutivi non continuativi. E in ciò è riposta la mia scoperta. Siccome poi il significato continuativo è di natura più sottile che il frequentativo, perciò accadde che quei verbi de' quali era proprio il primo significato, fossero coll'andar del  2191 tempo facilmente tirati al senso frequentativo e altri loro non propri, siccome essendo essi di proprietà sfuggevole e facilmente disconoscibile, e confondibile; ma viceversa i verbi propriamente frequentativi o diminutivi, essendo di proprietà e significato meno sfuggevole, e metafisico e sottile, e che dava meglio negli occhi, facilmente lo conservassero, e non venissero tirati ad altro senso, neppure al continuativo sebbene per se minutissimo e confondibilissimo.
[2191,1]  E qui bisogna notare che negando io che i verbi in itare si trovino usati in alcun senso continuativo, intendo di escludere quelli la cui formazione coincide con quella de' continuativi, come habitare, domitare ec. i quali bene spesso si trovano in senso decisamente continuativo, ed in essi massimamente e più che in qualunque altro verbo si trova confuso il senso continuativo col frequentativo e dimininutivo. Il che grandemente conferma il mio discorso, perchè  2192 vedendo che gli altri verbi in itare non hanno mai senso continuativo, e questi sì, perciocchè coincidono colla forma ch'io dico continuativa, si conclude che dunque questa forma è veramente continuativa. E vedendo che il senso continuativo e il frequentativo o diminutivo si confonde in questi verbi più che in ogni ogni altro, per un'accidentale e materiale combinazione di forma, si conchiude che dunque queste due forme per se stesse sono evidentemente distinte di significato, e che quella in itare è frequentatativa o diminutiva, quella in semplice are, continuativa, giacchè quei verbi che casualmente rinchiudono queste due forme, rinchiudono pure questi due significati, e gli altri verbi no. (29. Nov. giorno della morte di mia Nonna. 1821.). {{V. p. 2285.}}