25. Settembre 1822.
[2625,1] Ho detto altrove p. 1037 che le
antiche nazioni si stimavano {ciascuna} di natura
diversa dalle altre,
2626 non consideravano queste come
loro simili, e quindi non attribuivano loro nessun diritto, nè si stimavano
obbligate ad esercitar cogli esteri la giustizia distributiva ec. se non in
certi casi, convenuti generalmente per necessità, come dire l'osservazion de'
trattati, l'inviolabilità degli araldi ec. cose tutte, la ragion delle quali
appoggiavano favolosamente alla religione, come quelle che da una parte erano
necessarie volendo vivere in società, dall'altra non avevano alcun fondamento
nella pretesa legge naturale. Quindi gli araldi amici e diletti di Giove presso Omero ec. quindi il violare i trattati era farsi nemici
gli Dei (v. Senof. in Agesilao) ec. Ho citato p. 1037 l'Epitafios attribuito a Demostene per provare che questa falsa, ma
naturale idea della superiorità loro ec. ec. sulle altre nazioni, le
confermavano
2627 le nazioni antiche, e poi le
fondavano sulle favole, e sulle storie da loro inventate, tradizioni ec. dando
così a questo inganno una ragione, e una forza di massima e di principio. Anche
più notabile in questo proposito è quel che si legge nel Panegirico d'Isocrate verso il principio,
dove fa gli Ateniesi superiori per natura ed origine a tutti gli uomini. V. anche l'orazione della Pace, dove
paragona gli Ateniesi coi Τριβαλλοί, e coi Λευκανοί. Similmente il popolo Ebreo
chiamavasi il popolo eletto, e quindi si poneva senza paragone alcuno al di
sopra di tutti gli altri popoli sì per nobiltà, sì per merito, sì per diritti
ec. ec. e spogliava gli altri del loro ec. ec. (25. Settembre
1822.).