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18. Nov. 1820.

[338,2]  Alla p. 271. pensiero ultimo. Tale era l'idea che gli antichi si formavano della felicità ed infelicità. Cioè l'uomo privo di quei tali vantaggi della vita  339 benchè illusorii, lo consideravano come infelice realmente, e così viceversa. E non si consolavano mai col pensiero che queste fossero illusioni, conoscendo che in esse consiste la vita, o considerandole come tali, o come realtà. E non tenevano la felicità e l'infelicità, per cose immaginare e chimeriche, ma solide, e solidamente opposte fra loro. (18. Nov. 1820.).