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29. Giugno, mio dì natale. 1823.

[2842,1]  Continuativi delle lingue figlie della latina. Diventare ital. da devenio - deventus. Sepultar spagn. da sepelio - sepultus. Questo verbo sepultare trovasi usato da Venanzio Fortunato poeta e scrittore italiano del sesto secolo, Carm. lib. 8. Hymno de vitae aeternae gaudiis. (Glossar. Cang.) { Pressare, presser, prensar, oppressare, oppressé, soppressare, expressar ec. da premo - pressus. V. il Glossar. Tritare da tero - tritus. Il Gloss. Tritare, Frequenter terere, Ioh. de Ianua, cioè genovese del secolo 13.o, autore di un Lessico edito. Cautare, incautare da caveo - cautus. V. il Glossar.} Gozar spagnuolo da gaudeo - gavisus. Fecesi ne' bassi tempi di gavisus gausus, onde gosus, onde gosare, e gozar. Ovvero di gavisus gavisare, gausare, gosare, gozar. Trovasi nelle antiche glosse latino - greche gaviso - χαίρω. V. il Glossar. Cang. in Gavisci, ed anche in Gavisio, Gausida (goduta sostantivo) e Gausita. Vedi quivi anche Gauzita, dove trovi già il z di Gozar. Da questo, o da gavisio, gausio, gosio, {+anzi da gavisus us, gausus, gosus} credo io che sia fatto lo spagnuolo gozo godimento, piuttosto che da gaudium. Gozar assai spesso, {come} il nostro godere e il francese jouir, è vero continuativo di gaudere, non meno per il significato che per la forma, equivalendo a frui. Il verbo jouir, jouissons, jouissez, jouissent ec. dee esser venuto similmente da gavisare, prima che {questo} fosse mutato in  2843 gausare, {e ne sparisse la i, che manca in gozar,} ma contuttociò è più sfigurato. Così dite di joie, {jouissance, joyeux ec. e di} gioia, gioire, ec. {che di là vengono.} Pransare o pranzare ital. da pransus di prandeo onde il frequentativo latino pransitare. Incettare non da un barbaro incaptare, come pensa Giordani nel principio della lettera a Monti, Proposta vol. 1. parte 2., ma appunto da un inceptare mutato l'a di captare in e per virtù della composizione, come in attrectare, contrectare, detrectare, {obtrectare,} ec. da tractare o da detractus ec. di detraho, in affectare ec. da affectus di afficio il quale viene da facio, in coniectare, subiectare, obiectare ec. da coniectus di coniicio che viene da iacio, {+in descendo, ascendo ec. da scando, in occento da occentus di occino da cano, in aggredior ec. da gradior, in accendo, incendo, succendo da candeo o dall'inusitato cando, v. p. 3298.} e in {molti} simili, {+benchè più generalmente e regolarmente l'a della prima sillaba de' verbi dissillabi, {#1. V. p. 3351. si muti per la composizione in i. (e puoi vedere la p. 2890.)}} Incepto da inceptus d'incipio è tutt'altro verbo. Da capto, o certo da capio vengono excepto, recepto, {accepto, intercettare, discepto,} ec. i quali pure mutano l'a in e, e non fanno excapto, recapto ec. {V. p. 3350. fine. 3900. fine.} Avvisare nel suo senso proprio (vedi la Crusca in avvisare §. 1. 2. 3.) è verissimo continuativo di avvedere nel senso suo primitivo. Ma non può esser fatto da questo verbo italiano, il quale ha per participio avvisto e avveduto, non avviso. Conviene che sia fatto da advisus di advidere, il qual verbo {oggi} non si trova nella buona latinità. {Puoi vedere la p. 3034.} Trovasi però nella bassa il verbo advidere in senso di avvertire, che io credo metaforico,  2844 e in questo e simili sensi il verbo advisare e avisare. {V. il Glossar. Cang.} Anche i francesi e gli spagnuoli, che non hanno il verbo avvedere, hanno aviser e avisar, ma l'usano in quei sensi metaforici ne' quali l'usiamo anche noi. Nel senso proprio nel quale egli è più dirittamente continuativo del suo verbo originale advidere, non credo ch'egli si trovi se non nella nostra lingua, e principalmente nei nostri antichi autori. Noi diciamo anche avvistare, ed equivale a un di presso ad avvisare nel senso proprio, o nel più simile a questo. {+V. p. 3005.} Advidere dovette propriamente significare {adspicere,} oculos advertere, e quindi anche animum advertere. (Nell'esempio che ne porta il Glossario, non mi risolvo s'ei voglia dire animadvertere, o commonere, come il Glossario spiega). Nel qual senso, avvisare preso nel significato proprio, è suo vero continuativo, esprimendo la stessa azione, ma più durevole. {Si può dir simile ad adspectare.} Noi non usiamo advidere se non reciproco, cioè neutro passivo, sempre però in significato simile ai sopraddetti, o {che questo} sia relativo agli occhi che propriamente vedono, o all'animo che considera e conosce. Chi vuol ridere e nuovamente vedere quanti spropositi abbia fatto dir la poca notizia finora avutasi della formazion de' verbi  2845 latini e latinobarbari da' participii o supini d'altri verbi, vegga la bella etimologia di advisare che dà l'Hickesio presso il Cange nel Glossario. Vedi la Crusca anche in avvisamento §. 3. e in avvisatura. (29. Giugno, mio dì natale. 1823.) {{V. p. 3019.}}