3. Luglio 1823.
[2882,1]
2882 È notabile come lo spagnuolo atar abbia conservato il proprio e primitivo significato di aptare cioè legare,
significato che benchè proprio e primitivo, pur non è molto frequente negli
autori latini, anzi un esempio che faccia veramente al caso non mi pare che sia
se non quello d'Ammiano nel Forcell. v. aptatus. Ora Ammiano è pur di bassa latinità. Mostra
che il volgo abbia sempre conservato il primo uso di questo verbo, più degli
scrittori eleganti, che l'hanno {piuttosto} adoperato
metaforicamente. Del resto se mai si potesse dubitare che il verbo aptare venisse da aptus, il
cui proprio senso è legato ec. e che Festo dice essere participio di apo, lo spagnuolo atar
{che vale legare
congiungere,} finirebbe di mandare a terra
qualunque dubbio. Il nostro {attare,}
adattare, adapter ec. ha per
proprio il significato metaforico ordinario di apto
adapto ec. V. nel Forcell. esempi di coaptare, coaptatio, coaptatus, {(συνάπτειν)}
in senso di collegato ec. tutti di S. Agostino, il quale certo non
pigliava {questo} buono e primitivo uso di tali parole
da' più antichi padri della scrittura latina, nè dagli scrittori aurei che non
le usano, ma dal parlar del volgo, che tuttavia conservava quel significato,
come ancora lo conserva in Ispagna. E così dite di Ammiano.
2883
E chi sa che aptare in questo senso, non sia l'origine
di attaccare, attacher ec.?
V. il
Glossar.
Cang. principalmente in attachiare cioè vincire
ec. Ma siccome questa voce si trova massimamente usata nelle scritture
latino-barbare d'inglesi e scozzesi così non voglio contrastare che la sua
origine non possa probabilmente essere Teutonica ec. come si afferma nel
medesimo Glossar. v. 2. Tasca.
(3. Luglio 1823.). {{V. p. 2887.}}