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5. Luglio. 1823.

[2890,1]  Non è fuor di ragione nè arbitrario e gratuito quello ch'io dico circa la formazione dei continuativi da' participii in atus, che mutano l'a in i ec. Perocchè questa mutazione è ordinarissima e solenne nelle derivazioni e composizioni della lingua latina. Onde da capio, frango, tango, sapio, facio, iacio, taceo ec. ec. si fa in composizione cipio, fringo ec. cioè p. e. accipio, effringo, attingo, insipiens, resipio, {desipio,} afficio, adjicio, conticesco, reticeo ec. e così nelle derivazioni ec. Anche la e si muta in i: p. e. da teneo, sedeo, specio, rego, lego ec. contineo, insideo, aspicio, corrigo, colligo ec. (5. Luglio. 1823.). {Puoi vedere la p. 2843.}