8. Dicembre. 1820.
[388,1]
Alla p. 384.
Così il desiderio che ha l'uomo di amare, è infinito non per altro se non perchè
l'uomo si ama di un amore senza limiti. E conseguentemente desidera di trovare
389 oggetti che gli piacciano, di trovare il buono
(intendendo per buono anche il bello, e tutto ciò che affetta gradevolmente
qualunque delle nostre facoltà); desidera dunque di amare, ossia di determinarsi
piacevolmente verso gli oggetti. E lo desidera senza confini, tanto rispetto al
numero di questi oggetti, quanto rispetto alla misura della loro bontà,
amabilità, piacevolezza. Questo è desiderio innato, inerente, indivisibile dalla
natura non solo dell'uomo, ma di ogni altro vivente, perchè è necessaria
conseguenza dell'amor proprio, il quale è necessaria conseguenza della vita. Ma
non prova che la facoltà di amare sia infinita nell'uomo: e così il desiderio
infinito di conoscere non prova che la sua facoltà di conoscere sia infinita:
prova solamente che il suo amor proprio è illimitato o infinito. E infatti come
si potrà dire che la facoltà nostra di conoscere o di amare sia infinita? - Ma
noi possiamo conoscere un Bene infinito ed amarlo - Bisognerebbe che lo
potessimo conoscere infinitamente ed amare infinitamente. Allora la conseguenza
sarebbe in regola. Ma non lo possiamo nè conoscere nè amare, se non
imperfettissimamente. Dunque la nostra cognizione e il nostro amore, benchè
cadano sopra un Essere infinito, non sono infinite, nè possono mai
390 essere. {Dunque le nostre facoltà
di conoscere e di amare {sono essenzialmente} ed
effettivamente limitate come la facoltà di agire fisicamente, perchè non
sono capaci nè di cognizione nè di amore infinito, nè in numero nè in
misura, come non siamo capaci di azione infinita fisica.} (E se noi
avessimo delle facoltà precisamente infinite, la nostra essenza si confonderebbe
con quella di Dio). Dunque il nostro desiderio infinito di conoscere (cioè
concepire), e di amare, non può esser mai soddisfatto dalla realtà, ossia da
questo, che la nostra facoltà di conoscere e di amare possieda realmente un
oggetto infinito in quanto è infinito, e in quanto si possa mai possedere
(altrimenti la possessione non sarebbe infinita): ma solamente può esser
soddisfatto dalle illusioni (o false concezioni, o false persuasioni di
conoscenza e di amore, e di possesso e godimento) e dalle distrazioni {ovvero occupazioni (v.
p. 168.
172. - 173.
175. ivi, fine - 176.
principio}: due grandi istrumenti adoperati dalla natura per la
nostra felicità. (8. Dicembre. 1820.).