13. Ott. 1823.
[3682,1]
Alla p. 3637.
Anzi l'amore che noi portiamo al cibo e simili cose che o ci servono o ci
dilettano, si potrebbe piuttosto chiamare odio, perocch'esso, mirando solamente
al nostro proprio bene, ci porta a distruggere, in vista di esso bene, o a
consumare in qualunque modo e logorare e disfare coll'uso, l'oggetto amato;
{+o ad esser disposti a disfarlo o
pregiudicarlo se, e quanto, e come il nostro bene, e l'uso che perciò
abbiamo a farne, lo richiedesse.} Quale è l'odio che il Lupo porta
all'agnello, e il falcone alla starna, i quali veramente non odiano nè la starna
nè l'agnello, anzi, secondo che noi sogliamo discorrere dell'altre cose, si
dovrebbe dire ch'essi gli amassero. Ma perciocchè questo amore li porta a
ucciderli e distruggerli per loro proprio bene, perciò noi lo chiamiamo odio e
inimicizia. (V. Speroni
dial. 5.o
Ven. 1596. p. 87-8.) Or tale nè più nè meno si
è l'amore degli uomini primitivi verso le femmine, se non quanto il piacere
ch'essi ne bramano e ricercano non richiede la distruzione di quelle. Ma
3683 s'e' la richiedesse, l'amor delle donne porterebbe
i primitivi a distruggerle, tanto è lungi ch'e' ne gli ritenesse. Siccome
infatti ei gli porta a non avere riguardo alcuno agl'incomodi e ai danni fisici
che molte volte loro recano per soddisfare al desiderio proprio, nel proccurarsi
il proprio piacere con esse ec., anche potendo far questo senza danneggiare. Ed
accade pure (eziandio fra' civili) che volendo con esse proccurarsi il proprio
piacere, o potendo o non potendo a meno, o prevedendolo o non prevedendolo, e'
le uccidano, o loro sieno cagione di morire in breve o fra certo tempo, o di
soffrir grandemente nella sanità corporale, anche per sempre. {+E non sono elle
uccise tuttodì dagli amanti nell'onore? ec. ec.} Così fatto e non
altro si è l'amore de' primitivi verso le donne; e delle donne altresì verso gli
uomini, proporzionatamente alla natura {{e alle forze}}
di quelle rispetto a questi. {+E forse
solamente dei primitivi? Queste osservazioni si applichino a quelle in cui
proviamo che dall'amor proprio nasce necessariamente l'odio {verso} altrui ec.}
(13. Ott. 1823.)