18. Ott. 1823.
[3723,1]
Alla p. 3717.
Quest'osservazione circa il trovarsi costantemente o quasi costantemente il
supino in ĭtum ne' verbi della 1. e della 2. ch'hanno
il perfetto in ui, ancorchè e quel supino e quel
perfetto ne' verbi della 1. senza controversia, e ne' verbi della 2. giusta le
nostre osservazioni, sieno anomali ec.; par che dimostri una corrispondenza, una
dipendenza che passasse nella lingua latina fra il perfetto e il supino (come
fra il perfetto e i tempi che è già noto formarsi da questo, fra' quali niuno,
ch'io sappia, ha mai ancora contato il supino); e che la formazione del supino
seguisse e fosse determinata e modificata dalla forma del perfetto, e che in
somma anche il supino nascesse in qualche modo dal perfetto, come {assolutamente, in tutto, e senza controversia} ne nasce
il più che perfetto, il futuro dell'ottativo ec. ec. Questo sospetto si potrebbe
anche,
3724 cred'io, confermare con molte altre
osservazioni. P. e. juvo as fa il perfetto iuvi, contratto da iuvavi o
per evitare quel doppio v, {#1. Anzi gli u in iuvavi sarebbero tre, giacchè tanto era per gli
antt.[antichi] l'u che il v ec., onde p. es. in pluvi si chiamava duplex
u ec. V. Forc. in Luo fine, in U ec. e
l'Encyclopédie in U ec. e l'Hofman in U ec.} o per effetto della pronunzia
accelerata e confondente que' due v insieme:
confusione e accelerazione passata poi in regola, onde venne iuvi solo perfetto di iuvo,
e con un v solo e semplice. Perfetto che viene a
essere anomalo, ma anomalia di cui ben si conosce l'origine e la cagione. Ora
nel supino iuvo ha iutum per
iuvatum. Participio anomalo, della cui anomalia
non si conosce origine nè cagione, se non dicendo ch'egli è formato dal
perfetto, il quale essendo iuvi, ne vien di ragione
iutum, così bene come da iuvavi verrebbe iuvatum. V. Forcell. in
Juvo fine. {#2. Si potrebbe però dire che iutum è fatto da iuvatum per evitare
quel doppio u, benchè l'uno consonante l'altro
vocale, e per sincope ed elisione dell'a, e per
effetto di pronunzia ec..} E certo non si può negare, perchè dà negli
occhi, che qui il supino corrisponde al perfetto (e così in tutti i composti di
iuvo; adiuvi, adiutum ec. ec.), e stolto sarebbe l'attribuire questa
corrispondenza al caso, e il non volere, come sembra evidente, che l'anomalia
del supino della quale non si vede ragione, venga
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da quella del perfetto la cui ragion si vede, e comparato col qual perfetto,
{e in ragione di lui,} esso supino non è anomalo
ec. ec. {+e il voler piuttosto che
l'anomalia del supino sia casuale ec.}
(18. Ott. 1823.). {{V. p.
3732.}}