18. Ott. 1823.
[3727,1]
Alla p. 3695.
E quanto a nosco, non solamente ne' suoi composti, ma
eziandio nel semplice si trova il g. V. Forcell. in
gnosco, gnobilis
ec. Del resto il veder che questo g protatico è d'uso non men proprio
latino che greco, servirà di risposta a chi dal trovarlo nel semplice e ne'
composti di nosco, come nel greco γνόω e γιγνώσκω ec.,
volesse dedurre che nosco deve essere immediatamente
di origine greca, e fatto da νοΐσκω ec. contro il detto a p. 3688. Qual sia poi l'origine {in generale} dell'uso del g protatico appo i latini, o venuto dagli
Eoli, o da un fonte comune a questi e a quelli ec. nulla importa al nostro caso.
E ben poterono i latini antichi per un uso ricevuto dagli
3728 Eoli, e quindi d'origine greca, preporre (o interporre) il g a
voci d'altronde non per tanto affatto latine, o vogliamo dire non greche, come
si vede infatti che fecero in adgnascor ec. (la qual
voce nascor si dimostra anche affatto propria latina
per le cose dette a p. 3688-9.
nello stesso modo che nosco) ec. ec. (18. Ott.
1823.). {{V. p.
3754.}}