31. Ott. 1823.
[3811,3]
Alla p. 3797.
marg. Cioè mentre la pigrizia e l'ignoranza dell'agricoltura ec.
impediva loro o rendeva difficile il sostentarsi sufficientemente de' frutti
della terra; la pigrizia e la codardia e la mancanza d'armi sufficienti
l'affrontare o l'inseguire, il domare o il raggiungere gli animali più veloci o
più forti dell'uomo, o più veloci e forti insieme, o anche altrettanto veloci e
forti ec. ec.
[3811,4]
Alla p. 3666.
Provano l'unicità di origine nel genere umano le conformità di tradizioni, di
religioni, di opinioni non naturali, di mitologie, dì certe usanze, di certi
dogmi, riti ec. conformità e corrispondenze che si trovano fra popoli del cui
scambievole commercio non si ha memoria alcuna (fino agli ultimi momenti) nè se
ne vede il come, in popoli affatto disgiunti dagli altri, come in isole
remotissime ec. recentemente scoperte, e non mai, a memoria {alcuna} d'uomini, per l'avanti calcate da forestieri, e in cui tutto
dà a vedere che non mai furono calcate da forestieri;
3812 conformità, corrispondenze, e unicità o medesimezze di origine
ora più ora meno patenti, ora più ora meno svisate, lontane, leggere e difficili
a riconoscersi, com'è naturale in tanti secoli e tanta diversificazione accaduta
ne' vari popoli, ma non però men vere, nè meno atte a dimostrare il nostro
proposito, (poichè basta una menoma conformità, la quale non possa essere o non
si possa credere accidentale, a provare l'unicità e medesimezza dell'origine
ec.) e molte volte incontrastabili ec. Come son quelle che i critici hanno
riconosciuto, e vengono sempre più riconoscendo tra la mitologia ec. indiana e
la greca ec. tra l'egiziana e la greca ec. e quelle di moltissime altre nazioni
antiche ec. V. Annali di Scienze e lettere di
Milano. Gennaio 1811. num. 13. vol. 5. p.
37. ec. Dove troverai osservazioni concorrenti a dimostrare l'unicità
dell'origine di molti popoli la cui unica radice è generalmente
sconosciutissima. Or da questa unicità, e da quella di altri ivi mentovati, che
si dicono di altra origine dai primi ma comune tra loro (benchè parimente
sogliano essere reputati diversissimi di radice), si può, se non istoricamente e
per certe dimostrazioni o congetture critiche, ben però filosoficamente
argomentare la più remota unicità dell'origine sì de' secondi popoli rispetto ai
primi, sì di tutti i popoli insieme. Alcuni popoli si diramarono e divisero in
tempi a noi più prossimi o di cui ci restano più monumenti e più noti. Questi
popoli son tenuti generalmente per conformi di origine. Altri in tempi più
remoti e di cui ci restano meno o men noti monumenti, furon tutt'uno. Questi non
son tenuti per conformi di origine se non da' più dotti. Così salendo, si
argomenta che anche
3813 dove l'unicità dell'origine
non può (almen finora) per niun modo apparire, ella non è per tanto men vera,
benchè non apparisca o per maggior lontananza de' tempi, o per mancanza o
scarsezza o oscurità o poca cognitezza di monumenti ec. Il filosofo da'
particolari inferisce i generali, da' simili i simili, dal noto l'ignoto, e se
neppure il critico, molto meno il filosofo ha bisogno di mostrar co' fatti ogni
particolare, ovvero ogni generale con fatti generali o con tutti i particolari
che cadono sotto quel tal generale ec. ma spesso e bene dimostra co' particolari
il generale, e non con tutti i particolari, ma con alcuno, e i particolari con
altri particolari o col generale ec. (31. Ott. 1823.).