5. Nov. 1823.
[3835,1] L'esaltamento di forze proveniente da' liquori o da'
cibi o da altro accidente (non morboso), se non cagiona, come suole sovente, un
torpore e una specie di assopimento letargico (come diceva il Re di Prussia), essendo un
accrescimento di vita, accresce l'effetto essenziale di essa, ch'è il desiderio
del piacere, perocchè coll'intensità della vita cresce {quella del}l'amor proprio, e l'amor proprio è desiderio della propria
felicità, e la felicità è piacere {#1. V. p. 3905.}
{Puoi vedere la p. 3842. seg..} Quindi l'uomo in quello
stato è oltre modo, e più ch'ei non suole, avido {e
famelico} di sensazioni piacevoli, e inquieto per questo desiderio, e
le cerca, e tende con più forza e più direttamente e immediatamente al vero fine
della sua vita e del suo essere e di se stesso, e alla vera somma e sostanza
ultima della felicità, ch'è il piacere, poco, {o men del suo
solito,} curando le altre cose, che spesso son fini delle operazioni e
desiderii umani, ma fini secondarii, benchè tuttogiorno si prendano per primarii
{e per felicità}; perch'essi stessi tendono
essenzialmente ad un altro fine, e tutti ad un fine medesimo, cioè a dire al
piacere. In somma l'uomo è allora rispetto a se stesso ed al solito suo, quello
che sono {sempre} i più forti rispetto agli altri, cioè
più sitibondi della felicità, e più inquieti da' desiderii, cioè dal desiderio
della propria felicità, e più immediatamente e specialmente, e in modo più
espresso, sensibile e manifesto sì agli altri che a se medesimi, avidi del
piacere
3836 (al quale tutti tendono e sempre, ma i più
forti più, e più immediatamente e chiaramente, o ciò più spesso e più
ordinariamente degli altri), perocch'essi sono {abitualmente} più vivi degli altri.
[3836,1] Similmente, come {+in generale} i più forti per l'ordinario, così
gl'individui in quel punto, sogliono essere (proporzionatamente alle loro
rispettive abitudini e caratteri {+età,
circostanze morali, fisiche, esteriori, {+di fortuna, di condizione e grado sociale, di
avvenimenti ec.} costanti, temporarie, momentanee ec.}) più
del lor solito disposti alle grandi e generose azioni, agli atti eroici, al
sacrifizio di se stessi, alla beneficenza, alla compassione (dico più disposti,
e voglio dire la potenza, non l'atto, che ha bisogno dell'occasione e di
circostanze, che mancando, come per lo più, fanno che l'uomo neppur si avveda in
quel punto di tal sua disposizione e potenza, ed anche in tutta la sua vita non
si accorga che in quei tali punti egli ebbe ed ha questa disposizione ec.);
perocchè la sua vita in quel punto è maggiore, e quindi più potente l'amor
proprio, e quindi questo è meno egoista, secondo le teorie altrove esposte pp. 3291-97. Lasciando le
illusioni proprie e naturali di quello stato, proporzionatamente all'abitual
condizione morale dell'individuo ec.
[3836,2] E così troverassi che gli altri effetti che
accompagnano o seguono la maggiore intensità della vita, la maggior forza
corporale ec., avuta ragione de' vari caratteri e circostanze {{morali e fisiche}} degl'individui ec., da me altrove
considerati in più luoghi ec. pp. 2017-18
p.
2759 hanno tutti luogo proporzionatamente nelle dette occasioni ec.
(5. Novembre 1823.).