6. Nov. 1823.
[3843,3] La differenza che fa Prisciano tra nectus e necatus non sussiste. (ap. Forc. in
Neco). Seppur ei non intende di farla
ancora tra necui e necavi.
Perocchè nectus è da necui,
e necatus da necavi, secondo
il detto da me altrove della formazione
3844 de' supini
e participi passivi da' perfetti. È anche certo che necui onde nectus, non è che corruzione di
necavi onde necatus, sì
che nectus viene a esser non altro che corruzione di
necatus. Questo è almeno quanto all'origine e alla
ragione grammaticale. Che l'uso e il significato de' due detti participii sia
diverso si potrebbe credere a Prisciano quando e' ne recasse esempi idonei, o quando quelli che noi
abbiamo {favorissero o non} contraddicessero la sua
distinzione. Ora, di nectus non abbiamo esempi certi;
ma necatus in un luogo di Ovidio
(Forc. in necatus), detto delle api, non
vuol certamente dire ucciso col ferro. E v. {nel}
Forc. gli esempi di Enecatus e di Enectus.
Del resto par veramente nel cit. luogo del Forcell. cioè in Neco, che Prisciano
faccia anche tra' due (che in origine sono uno solo) perfetti di neco la stessa distinzione di significato che tra' due
participii, i quali altresì per origine sono un solo, ma mediatamente, cioè in
quanto vengono da perfetti che sono in origine uno stesso. (6. Nov.
1823.).