10. Nov. ottava del dì dei Morti. 1823.
[3854,2] Quello che noi chiamiamo spirito nei caratteri, nelle maniere, ne' moti ed atti,
nelle parole, ne' motti, ne' discorsi, nelle azioni, negli scritti e stili ec.
ci piace, e ciò a tutti, perch'egli è vita, e desta sensazioni vive sotto
qualche rispetto, {+o desta sensazioni
{qualunque,} e molte, e spesse, il che è cosa
viva, perchè il sentire lo è. Infatti lo spirito si chiama anche vivacità ec. o semplicemente, o vivacità di spirito, di carattere, stile, modi ec.
ec..} Il suo contrario in certo modo è morte, e non desta sensazioni,
o poche, leggere,
3855 non rapide, non varie, non
rapidamente succedentisi e variantisi, il che è cosa morta. Noi lo chiamiamo spirito perchè siamo soliti di
considerar la vita come cosa immateriale, e appartenente a cose non materiali, e
di chiamare spirito ciò ch'è vivo e vive e cagiona la vita ec.; e la materia
siamo soliti di considerarla come cosa morta, e non viva per se, nè capace di
vita ec. (10. Nov. ottava del dì de' Morti. 1823.).