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12. Nov. 1823.

[3872,1]  Alla p. 3854. Nondimeno i supini contratti della 2. poterono anche direttamente venire dai rispettivi supini in ētum senza passare per la forma in ĭtum, cioè p. e. doctum esser contratto da docētum, non da docĭtum, soppressa la ē, come nei perfetti in ui della stessa coniugazione, cioè p. e. docui ossia docvi, ch'è contrazione di docēvi. Onde adultum cioè adoltum, potrebbe benissimo venire da adolevi senza adolui, cioè essere una contrazione {immediata} di adoletum fatto da adolevi. Anzi siccome per una parte non suole l'ē passare in ĭ, dall'altro[altra] non veggo ragion sufficiente per cui da' perfetti in ui sì della seconda sì della prima, si debba fare un supino in ĭtum, io dico che tutti i supini in ĭtum {+usitati o no} della 2. e della 1. vengono bensì da' perfetti in ui, ma non immediatamente. Da' perfetti in ui che sono contratti, p. e. domvi da domavi, mervi da merevi, vennero dei supini contratti, cioè domtum, mertum (che noi {infatti} ancora abbiamo, e i franc. domter ec.), ne' quali era soppresso l'ē e l'ā come ne' perfetti. Da questi supini poi, interpostavi per più dolcezza la lettera ĭ, solita (com'esilissima ch'ella è tra le vocali) sì nel latino sì altrove ad interporsi tra più consonanti, quando non si cerca altro che un appoggio e un riposo momentaneo e passeggero alla pronunzia, {+riposo fuor di regola e originato ed autorizzato solo dalla comodità della pronunzia, onde quella vocale non ha che far col tema, ed è accidentale affatto, e un semplice affetto e accidente di pronunzia;} vennero i supini in ĭtum come domĭtum, merĭtum. Sicchè al contrario di quel ch'io ho detto per lo passato pp. 3701-702 p. 3708 p. 3717,  3873 i supini contratti precederono quelli in ĭtum, e questi vengono da quelli, e li suppongono e dimostrano, ma non viceversa. Sicchè doctum non dimostra nè esige che vi fosse un docitum, bensì meritum un mertum; sectum non dimostra un secitum, bensì domitum un domtum (simile ad emtum ec. onde domter ec.). Bensì i supini contratti, e per conseguenza anche quelli in ĭtum, che ne derivano, suppongono e dimostrano i perfetti in ui. Da' quali immediatamente e regolarmente vengono i supini contratti, e mediatamente e irregolarmente quelli in ĭtum (specie di pronunzia de' contratti, e però contratti essi stessi; avendo l'esilissima i e breve, in cambio dell'ā o ē): e non viceversa, come per l'addietro io diceva. (12. Nov. 1823.). {{V. p. 3875.}}