9. Dec. 1823.
[3961,3]
Alla p. 3955
marg. Ovvero che la sua straordinarietà sia di quelle che producono un
bello straordinario (e quindi grazioso, anzi tale che si chiama piuttosto grazia
che bellezza) cioè un accozzamento di parti ec. che non sogliono riunirsi
insieme a produrre e formare il bello, ma tra cui non v'ha sconvenienza veruna,
del qual genere di bellezza, e di grazia, che può però essere di molte specie,
ho detto altrove pp.
2831-34
pp. 3177-79, non so se estensivamente a tutte le specie di cui tal
genere è capace. (9. Dec. 1823.). {{V. p.
3971.}}