16. Gennaio 1821.
[512,1] Difficilmente il dolor solo dell'animo, ha forza di
uccidere, o cagionare un'estrema malattia, ed è più facile il fingere questi
casi nei romanzi, che trovarne esempi reali nella vita: sebbene
513 molte volte si attribuiscono a dolor d'animo quelle
infermità che vengono da tutt'altro, o almeno, anche da altre cause. E
massimamente è difficile e strano che il dolor d'animo, una sventura non
corporale ec. cagionino morte o malattia lungo tempo dopo nato, o avvenuta la
detta sventura ec. e che in somma la vita dell'uomo si vada consumando e si
spenga a poco a poco per le sole malattie particolari dell'animo. (non dico le
generali, perchè certamente il cattivo stato del nostro animo influisce in
genere moltissimo sulla durata della vita, la salute il vigore ec.) Qual è la
cagione? Che il tempo medica tutte le piaghe dell'animo. Ma come?
Coll'assuefazione, lo so, e grandemente, ma non già con questa sola. Una gran
cagione del detto effetto, è ancora che le illusioni poco stanno a riprender
possesso e riconquistare l'animo nostro, anche malgrado noi; e l'uomo {(purchè viva)} torna infallibilmente a sperare quella
felicità che avea disperata; prova quella consolazione
514 che avea creduta e giudicata impossibile; dimentica e discrede quell'acerba
verità, che avea poste nella sua mente altissime radici; e il disinganno più
fermo, totale, e ripetuto, e anche giornaliero, non resiste alle forze della
natura che richiama gli errori e le speranze. (16. Gen. 1821.).