10. Gen. 1824.
[4010,5] Al detto altrove p. 2864
pp. 2891-92
p. 3587
p.
4000 circa la ridondanza del pronome ἄλλος e altro appo i greci e gl'italiani in molte dizioni, e circa il
significato di nulla o nessuno ec. assoluto o virtuale ec. che ha molte fiate nel nostro
parlare il detto pronome, aggiungi le frasi non ne fece
altro, non ne fate altro e simili, dove altro
sta per niente, ed aggiungi eziandio che anche
siffatto uso di questo pronome, oltre all'essere analogo alla predetta sua
ridondanza usitata e nel greco e nell'italiano, è anche analogo a un uso
particolare della voce plurale ἄλλα che i greci adoprano talora per cose frivole, vane, da nulla, cioè insomma nulla, come in un luogo di Fenice Colofonio, poeta, appresso Ateneo
l. 12. p. 530. F.
4011
οὐ γὰρ ἄλλα κηρύσσω
*
, che il Dalechampio traduce frivola non denuntio
*
: bene, ma
propriamente sarebbe non enim nihil (cioè rem o res nihili) denuntio. E certamente qua spetta quel che dice lo
Scapula che appresso Euripide
ἄλλα si spiega per rationi non consentanea. E
qua eziandio l'uso dell'avverbio ἄλλως per incassum,
frustra, temere ec.;
(del qual uso v. lo Scapula e l'indice greco a Dione Cassio coi luoghi quivi indicati,
ad uno de' quali v'è una nota, dove si dice che tal uso è stato illustrato,
dimostrato ec. dal Perizonio
ad AElian. ec. {#1. ἄλλως p. falso, frusta
in un luogo di Alessi Comico ap. Ateneo l. 13. p. 562. D.
fin. male inteso dal Dalechampio}) e in parte ancora l'uso del medesimo avverbio
ne' significati da me notati e illustrati nelle Annotazioni all'Eusebio del Mai, e nelle postille al Fedone di Platone sul fine ec.
(10. Gen. 1824.). Presso Euripide il Tusano spiega
ἄλλα per οὐκ ἐοικότα aberrantia a
proposito.
*
Ben può essere che questo sia il proprio senso,
e l'origine di tal uso della voce ἄλλα sì presso Eurip. sì presso Fenice. Con tutto ciò non credo tal uso alieno dal nostro proposito e
dall'analogia col sopraddetto uso italiano ec. (10. Gen.
1824.).