17. Gen. 1821.
[519,1]
Alla pagina
superiore. Par ch'ella ci abbia tutti incaricati in solido, di
provvedere per parte nostra alla conservazione di tutto il buono, (osservate queste parole, le quali
potrebbero estender di molto questo pensiero, p. e. al morale, al bello di ogni
genere e immateriale ec.), e impedirne la distruzione, e che questa danneggi
positivamente ciascuno per la sua parte. In questo aspetto forse si potrebbe
riferire alla lunga all'amor proprio, e forse no.
[519,2]
Alla p. 468.
Oltre che nella Salita di Ciro l'autore parla di
Senofonte con un tale temperamento
di modestia, e di amore, col quale chiunque conosca il cuore umano, leggendo la
detta opera, riconosce a prima vista che l'uomo non parla nè può parlare se non
di se stesso. (17. Gen. 1821.).