15. Marzo. 1824.
[4047,1] Alle altre barbarie umane da me altrove notate pp.
1840-41
pp.
2387-88
pp. 3638-43
pp. 3795. sgg.
pp. 3909. sgg.
pp.
3961-62 si aggiunga la pederastia, snaturatezza infame che fu pure ed
è comunissima in Oriente (per non dir altro) e non fu solo propria de' barbari
ma di tutta una nazione così civile come la greca, e per tanto tempo (lasciando
i romani), e sì propria che sempre che i greci scrivono d'amore in verso o in
prosa, intendono (eccetto ben rade volte) di parlar di questo siffatto, voluto
fino ridurre in sentimentale da Platone massimamente, nel Convivio e più nel Fedro, e
altrove, e da Senofonte poi nel Convivio. E Saffo con tanta tenerezza canta la sua innamorata. Quanto noccia
questo infame vizio alla società ed alla moltiplicazione del genere umano, è
manifesto ec. ec. Aggiungansi similmente gli spettacoli de' gladiatori, e
l'altre barbarie romane ec. ec. (15. Marzo. 1824.).