28. Marzo. Domenica quarta di Quaresima. 1824.
[4054,5] Diminutivi greci positivati. τειχίον. Luciano in Reviviscent. t. 1. opp. 1687. p. 418. Notisi in
proposito di questo e altri diminutivi positivati di Luciano, da me altrove segnati p. 4019
p.
4020
p.
4047, che Luciano usa il
linguaggio in gran parte familiare. Nel detto luogo si parla del muro
dell'acropoli o cittadella di Atene. In due di Omero
(odiss. π. v.
165. 343) τειχίον si unisce con μέγα. Parrebbe ridicolo
l'interpretarlo parvus murus come fa lo Scapula, e sembrerebbe che non si
potesse trovar luogo dove fosse più evidente la positivazione di voci diminutive
greche. Nondimeno (oltre che v'ha varietà di lezione, o dubbio degli eruditi
sulla voce τειχίον, almeno nel primo di questi luoghi, come rilevo
dall'Indice delle voci omeriche), si potrà forse dire che
τειχίον è detto da Omero a differenza
dei muri di città, e simili, detti
4055 τείχη, poichè
egli quivi parla dei muri di un cortile, e che μέγα si riferisca alla grandezza
di que' muri in quanto muri di cortile. Non per tanto il luogo di Luciano e altri di Tucidide appo lo Scap. mostrano che τειχίον si diceva anche de' muri di città fortezza
ec. (moenia), e possono servire a illustrare quelli d'Omero, confermar la lezione, (massime il luogo di Luciano che è evidente), e provando che
quivi τειχίον sta semplicemente per τεῖχος benchè unito con μέγα, aggiungere una
insigne prova alla mia opinione circa la positivazione di molti diminutivi
greci, in particolare nel dir poetico, o piuttosto antico o ionico ec.
(28. Marzo. Domenica quarta di Quaresima. 1824.).