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21. Mag. 1824.

[4090,6]  S'è veduto altrove pp. 1659-60 pp. 2458-63 pp. 2869. sgg. pp. 2884-85 pp. 3959-60 p. 3964 come la irregolarità e i vizi palpabili delle ortografie straniere vengano in gran parte dall'aver voluto accomodare le loro scritture alla latina. Ora egli è pur curioso che gli stranieri vogliano poi pronunziare la scrittura latina nel modo in cui pronunziano la propria. Questa non corrisponde alla parola pronunziata perchè l'hanno voluta scrivere alla latina, e le parole latine le vogliono poi pronunziare  4091 colla stessa differenza dalla scrittura, che usano nel pronunziar le loro parole, perchè sono male scritte. Ma se esse sono male scritte, le latine sono scritte bene; però s'hanno a pronunziar come sono scritte e non altrimenti; e gli stranieri mostrano di non ricordarsi che essi non pronunziano diversamente da quel che scrivono, se non perchè vollero scrivere alla latina, e che l'origine di questa differenza tra il loro scritto e il parlato, e della loro scrittura falsa, fu l'aver voluto scrivere alla latina mentre parlavano in altro modo, e l'aver voluto seguitare materialmente la scrittura latina, non falsa ma vera. Ora avendola malamente voluta prendere per modello, e con ciò falsificata la loro scrittura, pretendono poi per questa cagione medesima che quella sia falsa come la loro, e perchè la loro è falsa perciocchè segue quella; il che è ben lepido. (21. Maggio. 1824.). Quelli poi che non hanno tolta l'ortografia loro da' latini (sebben tutti in parte l'han tolta o immediatamente o mediatamente), e quelli che l'han tolta, in quelle cose in cui la loro non deriva da quella, ma è pur viziosa manifestamente perchè ripugna al lor proprio alfabeto, tralascia lettere e sillabe che s'hanno a profferire, ne scrive che non s'hanno a pronunziare; come mai, dico, questi tali hanno da credere che l'ortografia latina sia e viziosa perchè la loro lo è, e macchiata di quei vizi appunto che ha la loro, diversissimi poi in ciascuna, di modo che ciascuna nazione straniera pronunzia il latino diversamente? (21. Mag. 1824.).