25. Giugno. 1824.
[4104,2] Il tale diceva che noi venendo in questa vita, siamo
come chi si corica in un letto duro e incomodo, che sentendovisi star male, non
vi può star quieto, e però si rivolge cento volte da ogni parte, e proccura in
vari modi di appianare, ammollire ec. il letto, cercando pur sempre e sperando
di avervi a riposare e prender sonno, finchè senz'aver dormito nè riposato vien
l'ora di alzarsi. Tale e da simil cagione è la nostra inquietudine nella vita,
naturale e giusta scontentezza d'ogni stato; cure, studi ec. di mille generi per
accomodarci e mitigare un poco questo letto; speranza di felicità o almen di
riposo, e morte che previen l'effetto della speranza. (25. Giugno.
1824.).