Bologna. 17. Ottobre. 1826.
[4223,2] Bella proprietà della lingua italiana, massime
antica, proprietà in mille casi utilissima al dir breve, anzi all'evitare un
lunghissimo circuito di parole, proprietà d'altronde comune anche al francese
(nonchalance, nonchaloir, v. Pougens, Archéologie française),
all'inglese (nonsense, nonsensical ec.) ec., è quella di certi negativi, sia
nomi, sia verbi, avverbi ec. fatti dal positivo, premessavi la non, congiunta o disgiunta da essa voce; come
noncuranza, non cale, non
calere ec. V. la Crusca in Non... e la Proposta del Monti, se non erro, in Non, o in Non... - Damascio nella Vita d'Isidoro filosofo
(Damascio fu molto studioso
dell'eleganza della lingua in essa opera {+e ricercatore di modi antichi e di voci})
appresso Fozio, cod. 242.
parlando di un certo Asclepiodoto, il
quale per moltissimi tentativi che facesse a tal uopo, non potè ritrovare il
genere di musica detto enarmonio (τὸ ἐναρμόνιον γένος) l'uso e la conoscenza del
quale era perduta, dice, colonna 1054. lin.
1. edizione grec. lat. αἴτιον δὲ τῆς μὴ εὑρέσεως τὸ κ.
τ. λ.
*
la causa della non invenzione, cioè del non averlo
egli potuto ritrovare, fu ec.
(Bologna. 17. Ottobre. 1826.).