16. Feb. 1821.
[667,1] Quello che ho detto in altro pensiero pp.
481-84 intorno all'idea che i fanciulli si formano dei nomi, si deve
estendere assai, perchè ordinariamente e generalmente, il fanciullo dal primo
individuo che vede, si forma l'idea di tutta la specie o genere, in ogni sorta
di cose; dal primo soldato, l'idea di tutti i soldati, dal primo tempio, l'idea
di tutti i tempii ec. E se la forma vivamente e durevolmente, se però altri
individui della stessa specie, non vengono frequentemente o nella stessa
fanciullezza, o poi, a scancellare l'idea concepita sul primo individuo. Senza
ciò, e massimamente se le idee di altri individui non sottentrano a quella del
primo durante la fanciullezza, l'idea del primo si conserva per lunghissimo
tempo anche nelle altre età, e serve nella nostra mente di tipo, a tutti gli
altri individui della stessa specie di cui ci dobbiamo formare un'idea per
relazione o cosa tale, e che non ci cadono sotto i sensi. P. e. avendo io {di} due anni veduto un colonnello, l'idea
668 ch'io mi formo naturalmente della persona di questo
o di quel colonnello, ch'io non conosco di veduta, e in astratto, del
colonnello, è ancora modellata su quella figura, quelle maniere ec. Anche da ciò
si deve inferire quanto sieno importanti le benchè minime impressioni della
fanciullezza, e quanto gran parte della vita dipenda da quell'età; e quanto sia
probabile che i caratteri degli uomini, le loro inclinazioni, questa o
quell'altra azione ec. derivino bene spesso da minutissime circostanze della
loro fanciullezza; e come i caratteri ec. e le opinioni massimamente (dalle
quali poi dipendono le azioni, e quasi tutta la vita) si diversifichino bene
spesso per quelle minime circostanze, e accidenti, e differenze appartenenti
alla fanciullezza, mentre se ne cercherà la cagione e l'origine in tutt'altro,
anche dai maggiori conoscitori dell'uomo. (16. Feb. 1821.). {{V. p. 675. principio.}}