14. Marzo. 1827. Recanati.
[4256,1] È molto notabile nella considerazione comparativa
delle antiche e delle moderne nazioni civili, che quelle furono tutte quante di
situazione meridionali. Dell'Italia non era ben civile
che la parte meridionale. Del resto dell'europa, la grecia
sola. Dell'Asia, solo il mezzodì, sì quello civilizzato dai greci, e sì l'India, la
Persia
ec. Dell'Affrica non parlo, la quale è meridionale tutta. Or questo doveva
necessariamente produrre, e produsse, una grandissima differenza, sì nei
costumi, nei modi del vivere, negli esercizi, nelle instituzioni pubbliche e
private, sì nei caratteri dei popoli civili e della civiltà antica, dai costumi,
dai caratteri, dalla civiltà moderna. Perchè, secondo quella verissima
osservazione già fatta da altri, che la civiltà è andata sempre, e va tuttavia
progredendo dal sud al nord, ritirandosi da quello; i popoli civili moderni sono
tutti settentrionali, o più settentrionali che gli antichi; o certo risedendo,
come è manifesto, la maggior civiltà moderna nel settentrione (ciò si vede anche
in America),
il resto dei popoli più o manco civili, pigliano dai settentrionali il carattere
della lor civiltà. E in somma la civiltà antica fu una civiltà meridionale, la
nostra è una civiltà settentrionale. Proposizione che siccome a prima vista si
riconosce per verissima moralmente, così nè più nè meno è vera letteralmente
presa, e geograficamente. Differenza del resto grandissima e sostanzialissima,
se non principale, e includente in se tutte le altre. L'antichità medesima e la
maggior naturalezza degli antichi, è una specie di meridionalità nel tempo.
(14. Marzo. 1827. Recanati.).