7. Apr. Sabato di Passione. 1827. Recanati.
[4274,3] Perchè l'esistenza dell'universo fosse prova di
quella di un essere infinito, creatore di esso, bisognerebbe provare che
l'universo fosse infinito, dal che risultasse che solo una potenza infinita
l'avesse potuto creare. La quale infinità dell'universo, nessuna cosa ce la può
nè provare, nè darcela a congetturare probabilmente. E quando poi l'universo
fosse infinito, la infinità sarebbe già nell'universo, non sarebbe più propria
esclusivamente del creatore, di quell'essere unico e perfettissimo; allora
bisognerebbe provare che l'universo non fosse quello che lo credono i panteisti
e gli spinosisti, cioè dio esso medesimo; ovvero, che l'universo essendo
infinito di estensione, non potesse anco essere infinito di tempo, cioè eterno,
stato sempre, e sempre futuro. Nel qual caso non avremmo più bisogno di un altro
ente infinito. Il quale sarebbe sempre ignoto e nascosto: dove che l'universo è
palese
4275 e sensibile. (7. Apr. Sabato di
Passione. 1827. Recanati.). {{Chi vi ha poi detto che esser infinito sia una
perfezione?}}