Pisa. 10. Maggio. 1828. Sabato
[4305,2]
Alla p. 4298
fine. In Pisa, su un canto della piazza dello Stellino, oltre la croce dipinta, v'è la
leggenda: Rispetto alla Croce. {{V. p.
4307.}}
[4305,3]
Nous n'acquérons guere
de connoissances nouvelles que pour nous désabuser de quelque illusion
agréable, et nos lumieres sont presque toujours aux dépens de nos
plaisirs.
*
D'Alembert, Réflexions sur l'usage et sur l'abus de la
philosophie dans les matieres de goût, lues à l'Académie
Françoise le 14 mars 1757.
[4305,4]
E
molte forti a Pluto
alme d'eroi Spinse anzi tempo, abbandonando
i corpi Preda a sbranarsi a' cani ed agli
augelli.
*
Foscolo.
Molte
anzi tempo all'Orco Generose travolse alme
d'eroi, E di cani e d'augelli orrido pasto Lor
salme abbandonò.
*
Monti.
E così gli altri. Ma Omero dice le anime (ψυχάς) ed essi
(αὐτoύς), cioè gli eroi, non i
loro corpi. Differenza non piccola, e secondo me, non senza grande
importanza a chi vuol conoscere veramente Omero, e i suoi tempi, e il loro modo di pensare. Questa infedeltà,
non di stile {e di voci solo,} ma di sostanza
4306 e di senso, nata dall'applicare alle parole d'Omero le opinioni contemporanee a'
traduttori; questa infedeltà, dico, commessa nel primo principio del poema,
anche da' traduttori più fedeli, dotti ed accurati, {+e in un caso in cui le parole son chiare e note;}
mostra quanto sia ancora imperfetta l'esegesi omerica (e in generale degli
antichi), e quanto spesso si debba trovare ingannato, quanto spesso
insufficientemente informato, chi per conoscere Omero, e gli antichi, e i loro tempi, costumi, opinioni
ec. si vale delle traduzioni sole, {e fonda su di esse i suoi
discorsi ec.} come per lo più {i più} eruditi
francesi d'oggidì ec. ec. (Pisa. 10. Maggio. 1828.
Sabato.).