26. Sett. 1828.
[4394,1] Il Wolf
conosce e cita per averlo preceduto nell'opinione che le poesie omeriche non
fossero scritte, se non dopo, oltre Giuseppe
Ebreo, il Wood (inglese), il
Rousseau e il Mairan; per l'opinione
4395 che esse da principio non costituissero poemi
epici, ma non fossero che canti separati, raccolti poi da altri e ridotti nella
presente forma, conosce e cita il Casaubono, il Bentley e
l'abate Hedelin d'Aubignac, il cui libro, Conjectures académiques ou Dissertation sur
l'Iliade, Paris 1715. 8o. egli
disprezza altamente. Ma non nomina punto mai il nr̃o[nostro]
Vico, il quale de' cinque libri de' suoi Principj di Scienza nuova, 3a. edizione
Napoli 1744. ne ha uno, cioè il 3.o intitolato
Della discoverta del vero
Omero, tutto dedicato alle quistioni Wolfiane. Nel qual libro, con minore
abbondanza e sviluppamento di prove che il Wolf, ma pure con buone e forti ragioni, alcune delle quali non
toccate da esso Wolf, asserisce e
dimostra che Omero
non lasciò scritto niuno de' suoi poemi
*
(p.
399.), poichè infin' a' tempi di esso Omero, ed alquanto dopo di lui non si era
ritrovata ancora la Scrittura Volgare
*
(p. 394.);
"che perciò i popoli
greci cotanto contesero della di lui patria, e 'l vollero quasi tutti
lor cittadino, perchè essi popoli greci furono quest'Omero"
*
(p. 404.); "che perciò varjno
cotanto l'oppenioni d'intorno alla di lui età, perchè un tal'Omero veramente egli visse per le
bocche e nella memoria di essi popoli greci dalla Guerra Trojana fin' a'
tempi di Numa, che fanno lo
spazio di quattrocentosessant'anni"
*
(p. 404.); (cioè che
gli autori de' versi omerici vivessero e componessero successivamente dalla
guerra troiana fino a Numa) che "la cecità, e la povertà
d'Omero furono de' Rapsodi;
i quali essendo ciechi, onde ogniun di loro si disse Omero (ὅμηρος in lingua
4396 ionica), prevalevano nella memoria; ed essendo poveri, ne
sostentavano la vita con andar cantando i poemi d'Omero per le città della
Grecia; de' quali essi eran'Autori;
perch'erano parte di que' popoli, che vi avevano composte le loro
Istorie;"
*
(p. 404.)
"che quest'Omero sia egli stato un'Idea,
ovvero un Carattere Eroico d'uomini greci, in quanto essi narravano
cantando le loro storie;"
*
(p. 403.)
"l'Omero Autor dell'iliade avere di
molt'età preceduto l'Omero
Autore dell'Odissea;"
*
(p. 405.)
"che quello fu
dell'Oriente di Grecia verso Settentrione, che
cantò la Guerra Trojana fatta nel suo paese: e che questo fu
dell'Occidente di Grecia verso mezzodì, che canta
Ulisse, ch'aveva in quella
parte il suo Regno;"
*
(p. 405.) e, dicendo l'autor
περὶ ὕψους che Omero compose giovane l'Iliade e vecchio l'Odissea,
che "Omero compose giovine l'iliade, quando era giovinetta
la Grecia; e 'n conseguenza ardente di sublimi
passioni, come d'orgoglio, di collera, di vendetta; le quali passioni
non soffrono dissimulazione ed amano generosità; onde ammirò Achille Eroe della Forza: ma
vecchio compose poi l'Odissea, quando la
Grecia aveva alquanto raffreddato gli animi
con la riflessione: la qual'è madre dell'accortezza; onde ammirò Ulisse Eroe della Sapienza.
Talchè a' tempi d'Omero giovine
a' popoli della Grecia piacquero la crudezza, la
villania, la ferocia, la fierezza, l'atrocità: a' tempi d'Omero vecchio {già} gli dilettavano i lussi d'Alcinoo, le delizie di Calipso, i piaceri di Circe, i canti delle Sirene, i passatempi de'
Proci, e di, nonchè tentare, assediar' e combattere le caste Penelopi
4397 i quali costumi tutti ad un tempo sopra ci
sembrarono incompossibili"
*
(p. 404 - 5.) Finalmente "che i Pisistratidi Tiranni
d'Atene eglino divisero, e disposero, o
fecero dividere, e disponere i Poemi d'Omero nell'iliade, e
nell'Odissea: onde s'intenda quanto, innanzi,
dovevan'essere stati una confusa congerie di cose; quando è infinita la
differenza che si può osservar degli
stili dell'uno, e dell'altro Poema Omerico."
*
(p.
399.)
(26. Sett. 1828.).