14. Ott. 1828.
[4410,2] La morte consideravasi dagli antichi come il maggior
de' mali; le consolazioni degli antichi non erano che nella vita; i loro morti
non avevano altro conforto che d'imitar la vita perduta; il soggiorno
dell'anime, buone o triste, era un soggiorno di lutto, di malinconia, un esilio;
esse richiamavano di continuo la vita con desiderio, ec. ec. Sopra tutte queste
cose da me osservate altrove p. 79
p.
116
pp.
2943-44, v. Constant, ib.
liv. 7. ch. 9. {t. 3}. (14. Ott.
1828.).