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3. Gen. 1829.

[4428,2]  Quanto male, dal vedere che le radici di certe lingue non hanno somiglianza alcuna con quelle di certe altre, si concluda (come fa il Niebuhr, Stor. rom. p. 44. edizione ingl.) e contro l'affinità istorica di esse lingue, e contro l'unità di origine dei linguaggi umani; si può raccogliere dal considerare le radici di quelle lingue le cui relazioni ci sono note. Figuriamoci che la lingua latina e la francese ci fossero quasi sconosciute; che si sapesse però che nell'una di quelle il giorno si chiamava dies, nell'altra jour: vi sarebbe egli alcuno che, non dico scoprisse, ma immaginasse, sospettasse solamente, la menoma analogia fra queste due voci? le quali non hanno comune neppure una lettera? E pur la francese deriva immediatamente dalla latina, essendo una semplice corruzione di diurnus o diurnum (sottinteso tempus), che nel latino basso o rustico si usò in vece della voce originale dies. {+V. p. 4442.} E malgrado che il latino e il francese e la derivazione dell'una dall'altra sieno  4429 conosciutissimi, pure è probabile che neppure i dotti avrebbero indovinato l'etimologia della parola jour se non si fosse anche conosciuta la corrispondente e identica parola italiana giorno, che quantunque niente abbia anch'essa di comune con dies, serba però più somiglianza a diurnum (giorno per diorno, come viceversa i toscani diaccio, diacere ec. coi derivati, per ghiaccio, giacere ec.). {+Dimando io: se del francese e del latino non si conoscessero se non queste due voci (che son pure istoricamente quasi identiche), verrebbe egli in mente ad alcuno che quelle due lingue fossero analoghe? che l'una fosse figlia genuina dell'altra? Non si affermerebbe anzi confidentemente che esse lingue fossero di diversissime famiglie ec.? (3. Gen. 1829.).} Ora se questo {ci} accade in lingue di cui abbiamo cognizione intera, viventi, derivate immediatamente l'una dall'altra, con milioni di mezzi per iscoprire l'etimologia delle loro radici; che ci accadrà in lingue remotissime, quasi ignote, antichissime, non figlie, non sorelle, ma bisnipoti, parenti lontanissimi ec. ec.? chi ardirà di dire con sicurezza che una tal voce, perchè non ha somiglianza alcuna con un'altra di altra lingua, non abbia con essa niuna affinità istorica? E notate che la voce jour, dies ec. esprime un'idea quasi delle primitive, e delle più {usuali} nel discorso ec. {{V. p. 4485.}} {Così, è provato che equus è la stessa voce che ἵππος (Niebuhr, Stor. rom. p. 65. not. 223. t. 1.), ὕπνος che somnus, ec. ec.}