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9. Marzo. 1829.

[4470,1]  Il luogo del Laerz. ap. l'Orelli, loc. cit. nel pensiero preced., p. 84. num. 111. da nessuno inteso, e peggio dal Κuhnio (la cui spiegazione è data per ottima dall'Orelli, ib. p. 585 - 6. dove chiama questo luogo difficilissimo * ), secondo il quale (v. l'Orelli p. 586.) avremmo dei galli πίπτοντας ἐπὶ στόμα caduti boccone, cioè sul becco, cosa finora non mai veduta; a me par chiarissimo, e contiene una satira contro i medici (dei quali Esculapio è il dio), che finiscono di ammazzare chi cade malato. Quel πλήκτης non era gallo, ma uomo, {un lottatore,} non reale, ma figurato, probabilmente in cera, secondo l'uso degli antichi, specialmente poveri, in tali ἀναϑήμασι. V. un luogo analogo, e confermante questa spiegazione, ib. p. 102. n.o 216.; e la nota, p. 595.: anche questo luogo spetta a Diogene. Il gallo promesso da Socrate ad Esculapio, è venuto in mente al Κuhnio in questo proposito assai male a proposito, e l'ha indotto nell'errore. (9. Marzo. 1829.).