17. Aprile 1821.
[952,1]
Lo stesso autore nel medesimo opuscolo,
come si vede nel luogo citato, alla fine della detta pag. 244, critica Herder che tante parole ha introdotto
tolte dal latino e dal greco.
*
Questa critica è
{forse} giusta anche rispetto al latino, nella
lingua tedesca, la quale non si trova nella circostanza della italiana, non
essendo figlia, come questa, della latina; come neanche rispetto alla francese,
non essendole sorella, come la nostra. {+E
quanto alla latina, le deve bastare quello che per le circostanze de' tempi
antichi ec. ella ne ha tolto, colle comunicazioni avute coi romani ec. ma
questa fonte si deve ora ben ragionevolmente stimar chiusa per lei, come
quella che non ne deriva originariamente, e vi ha solo attinto per cause
accidentali.} La lingua inglese sarebbe la più atta a comunicare le
sue fonti colla tedesca, e viceversa. {V. p. 1011. capoverso
2.} Ma rispetto alla lingua italiana, la cosa sta
diversamente, perchè derivando {ella} dalla latina, non
si dee stimare che la fonte sia chiusa, mentre il fiume corre e non istagna.
Anzi non volendo che stagni e impaludi, bisogna riguardare soprattutto di non
chiudergli la sorgente; che questo è il mezzo più sicuro e più breve di farlo
corrompere e inaridire. Quella lingua che ha prodotta, {+e non solo prodotta, ma formata e cresciuta sì
largamente} la nostra, come si
953 dovrà
stimare che non possa nutrirla ed accrescerla, che non abbia più niente che le
convenga di ricavarne? Quel terreno che ha prodotto una pianta della sua
proprio[propria] sostanza, e del proprio
succo, {+e di più
l'ha allevata, e condotta a perfettissima maturità e robustezza e vigore
ec.} come si dovrà credere e affermare che non sia adattato
a nutrirla e crescerla mentre ella non è spiantata? che il di lui succo non sia
conveniente nè vitale nè nutritivo nè sano a quella pianta, mentre il terreno
abbia ancora succo, e in abbondanza? Perchè poi vorremmo spiantare la nostra
lingua? Forse perch'ella non possa più nutrirsi, e le sue radici non le servano
più, e così venga ad inaridire? O forse per trapiantarla? E dove? in qual
terreno migliore, e più appropriato di quello che l'ha prodotta e cresciuta a
tanta grandezza, prosperità, floridezza ec?
[953,1] Osservo ancora che l'italiano è derivato dalla
corruzione del latino, così che le parole e i modi della bassa latinità, se sono
barbare rispetto al latino, nol sono all'italiano; e la bassa latinità è una
fonte ricchissima e adattatissima anch'essa alla nostra lingua, ed io posso
dirlo con fondamento per osservazione ed esperienza particolare che ne ho fatto,
e cura che ci ho posto. Quante parole infatti dell'ottima lingua italiana,
appartengono precisamente alla bassa latinità! Nè bisogna discorrere
pregiudicatamente e considerar come barbaro assoluto quello ch'è solo barbaro
relativo. Per esempio
954 l'antica lingua persiana, cioè
prima che fosse inondata da parole arabe per
effetto della conquista della Persia fatta
dai Califi e dagl'immediati successori di Maometto,
*
fu lingua purissima,
{fu scritta purissimamente ebbe gran cura della
purità nella scrittura,} ed ebbe autori Classici non meno stimati {in
Oriente una volta}
*
per la purità della
lingua, di quello che il fosse
Menandro fra i greci.
(ma de' cui scritti la più gran parte è perita).
*
E Firdosi nel suo
Shahnamah, e molti de' suoi
contemporanei, si vantano di usare il pretto Persiano, e di esser
mondi da ogni parola araba o forestiera.
*
(così {che} nel Dizionario di Richardson mancano nove decimi delle parole da essi
usate, per esser questo Dizionario fatto per la lingua e i
dialetti persiani moderni.)
{Articolo del Monthly Magazine nello Spettatore di
Milano 15. Ottob. 1816. Quaderno
62. p. 78-79. intitolato Lingua
Persiana. Parte straniera.} Ora
qualunque purissima parola persiana, o di qualunque purissima lingua d'oriente,
antica o moderna, parrebbe a noi, non solo impura, o barbara, ma intollerabile,
{suonerebbe peggio che barbaramente, e ci saprebbe più
che barbara nelle lingue nostre.} Così dunque se le parole della bassa
latinità riescono barbare nel latino, non si debbono stimare nè barbare nè
impure in italiano, il quale deriva dalla bassa latinità più immediatamente che
dalla alta. {+Altrimenti si dovranno stimar barbare tante parole purissime e
italianissime che derivano dalla bassa latinità (e così dico francesi
ec.), e come tali sono registrate ne' Glossari
latinobarbari.}

[954,1] Bensì bisogna distinguere i diversi generi che ci sono
di bassa latinità. Giacchè la bassa latinità germanica per esempio, in quanto è
piena di voci germaniche ec. sarà adattata a somministrar materia ad altre
lingue, ma non alla nostra. E perciò bisogna considerare che l'indole
955 delle parole {e frasi ec.}
del medio evo, sia conforme all'indole di quel linguaggio dal quale è derivata
la lingua italiana precisamente. (17. Aprile 1821.)