24. Maggio 1821.
[1083,2] Stante l'antico sistema di odio nazionale, non
esistevano, massime ne' tempi antichissimi, le virtù verso il nemico, e la
crudeltà verso il nemico vinto, l'abuso della vittoria ec. erano virtù, cioè
forza di amor patrio. Da ciò si vede quanto profondi filosofi e conoscitori
della storia dell'uomo, sieno quelli che riprendono Omero d'aver fatto i suoi Eroi troppo spietati e
accaniti col nemico vinto. Egli gli ha fatti grandissimi e virtuosissimi nel
senso di quei tempi, dove il nemico {della nazione} era
lo stesso, che oggi è per li Cristiani il Demonio, il peccato ec. Nondimeno Omero che pel suo gran genio ed anima
sublime e poetica, concepiva anche in que' suoi tempi antichissimi la bellezza
della misericordia verso il nemico, della generosità verso il vinto ec.
considerava però questo bello come figlio della sua immaginazione, e fece che
Achille con grandissima difficoltà
si piegasse ad usar misericordia a Priamo supplichevole nella sua tenda, e al corpo di Ettore.
Difficoltà che a noi pare assurda. (E quindi incidentemente inferite
l'autenticità
1084 di quell'Episodio, tanto controverso
ec.) Ma a lui, ed a' suoi tempi pareva nobile, naturale e necessaria. E notate
in questo proposito la differenza fra Omero e Virgilio. (24.
Maggio 1821.).