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10. Luglio 1821.

[1306,1]  Dovunque ha luogo l'utilità quivi noi non consideriamo e concepiamo e sentiamo la proporzione e convenienza, se non in ragione dell'utile. Poniamo una spada con una grande impugnatura a comodo e difesa della mano. Che proporzione ha quella grossa testa con un corpo sottile? E pure a noi pare convenientissima e proporzionatissima. Perchè? primo per l'assuefazione principal causa e norma del sentimento delle proporzioni, convenienze, bellezza, bruttezza. Secondo perchè ne conosciamo il fine e l'utilità, e questa cognizione determina la nostra idea circa la proporzione ec. dell'oggetto che vediamo. Chi non avesse mai veduto una spada, e non conoscesse l'uffizio  1307 suo, o dell'elsa ec. potrebbe giudicarla sproporzionatissima, e concepire un senso di bruttezza, relativo agli altri oggetti che conosce, e alle altre proporzioni che ha in mente. Così dite delle forme umane ec. Non è dunque vero che la proporzione è relativa? Qual tipo, qual forma universale può aver quell'idea, ch'è determinata individualmente dalla cognizione di quel tale oggetto delle sue parti, de' loro fini ec? che è determinata dall'assuefazione di vederlo ec? che varia {non solo secondo le infinite differenze degli oggetti, ma} secondo le differenze di dette cognizioni, assuefazioni ec? E quell'idea che deriva da cognizione speciale di ciascheduna cosa e parte, e da speciale assuefazione, come può essere innata, avere una norma comune, stabile, determinata primordialmente e astrattamente dalla natura assoluta del tutto? (10. Luglio 1821.).