21. Luglio 1821.
[1364,3] La facoltà imitativa è una delle principali parti
dell'ingegno umano. L'imparare in gran parte non è che imitare. Ora la facoltà
d'imitare non è che una facoltà di attenzione esatta e
1365 minuta all'oggetto e sue parti, e una facilità di assuefarsi. Chi
facilmente si assuefa, facilmente e presto riesce ad imitar bene. Esempio mio,
che con una sola lettura, riusciva a prendere uno stile, avvezzandomicisi subito
l'immaginazione, e a rifarlo ec. Così leggendo un libro in una lingua
forestiera, m'assuefacevo subito dentro quella giornata a parlare, anche meco
stesso e senza avvedermene, in quella lingua. Or questo non è altro che facoltà
d'imitazione, derivante da facilità di assuefazione. Il più ingegnoso degli
animali, e più simile all'uomo, la scimia, è insigne per la sua facoltà e
tendenza imitativa. Questa principalmente caratterizza e distingue il suo
ingegno da quello delle altre bestie. Ampliate questo pensiero, e mostrate la
gradazione delle facoltà organiche interiori, nelle diverse specie di animali fino all'uomo; e come tutta
consista in una maggiore o minor facoltà di
attendere, e di assuefarsi, la
qual seconda facoltà, deriva in gran parte, ed è molto giovata dalla prima, e
sotto qualche aspetto è tutt'uno. (21. Luglio 1821.). {{v. p. 1383. capoverso 2.}}