31. Luglio 1821.
[1422,2] Figuriamoci la parola commercio in quel senso preciso, e al tempo stesso vastissimo, nel
quale tutto il mondo l'adopra oggidì, nel quale tanto se ne scrive, nel quale
tutti i filosofi considerano e trattano questo soggetto. La
Crusca non porta esempio di questa parola in questo senso,
{e veramente ella in tal senso non è classica.} Noi
abbiamo la voce {{classica,}}
mercatura che secondo l'etimologia ec. vale a presso a
poco lo stesso. Or dunque sarebb'egli ben detto, le forze,
gli effetti, la scienza della mercatura, in vece del commercio? Produrremmo noi quell'idea precisa ec. che produce
questa seconda voce? l'idea di quella cosa che (si può dire) nel
1423 passato secolo, si è ridotta a scienza, e fa tanta
parte delle considerazioni del filosofo, e ha tanta influenza sullo stato delle
nazioni, e del genere umano? Signor no: e s'io dirò, Principalissima sorgente di civiltà si è la mercatura, in
cambio di dire il commercio, non solamente non sarò
bene inteso nè dagli stranieri nè dagl'italiani, ma sarò deriso dagli uni e
dagli altri, e massime da questi. E se le {sue}
Lezioni di
commercio il nostro Genovesi le avesse intitolate Lezioni
di mercatura, avremmo noi medesimi potuto ben rilevare dal titolo il
soggetto dell'opera? {Così dico del Saggio sopra il
Commercio dell'Algarotti.} Ecco quanto importi l'attenersi
precisamente alle parole ricevute, e dalla convenzione precisamente applicate,
massime in fatto di scienze ec. quando anche s'abbiano parole più eleganti, più
classiche, e che in altri casi si possano benissimo adoperare in luogo delle più
comuni, come accade di mercatura, che si può bene
adoperare in molti casi, come si adopera traffico ec.
ma non dove il soggetto domanda quella precisione di significato ch'è propria
della voce Europea, commercio. (31.
1424 Luglio. 1821.). {{V. p.
1427.}}