1 Agos. 1821.
[1431,1] Non c'è miglior modo di far colpo e fortuna con una
giovane superba e sprezzante, che disprezzandola. Or chi crederebbe che l'amor
proprio (giacchè dal solo amor proprio deriva l'amore altrui) potesse produrre
questo effetto, che quando egli è punto, si provasse inclinazione per chi lo
punge? Chi non crederebbe al contrario che una donna altera e innamorata di se
stessa, dovesse vincersi, interessarsi, allettarsi cogli ossequi, cogli omaggi,
ec.? Eppur così è. Non solo l'ossequio e l'omaggio ti farà sempre più disprezzar
da costei, ma se disprezzandola tu sei pervenuto a fissarla, e a produrle una
inclinazione per te, ed allora o per amore, o per abbandono, o per credere di
aver fatto abbastanza, ec. tu cerchi di cattivartela coi mezzi più naturali, e
le dai qualche piccolo segno di sommissione,
1432 di
amore che si dimostri per vero ec. tu hai tutto perduto, ed ella immediatamente
si disgusta di te, e ti disprezza. Conviene che tu segua imperturbabile a
mostrarle noncuranza fino alla fine. Ed è questo un effetto semplicissimo di
quel centiforme amor proprio, che produce gli effetti i più svariati e contrari.
Tanto che, mentre quasi tutte le donne si cattivano col disprezzo, {+(sebbene alcune volte, e in certe
circostanze, se ne offendono)} quelle però massimamente dove l'amor
proprio è più vivo e tirannico, cioè le più superbe ed egoiste ec. {+V. in questo proposito les Mémoires
secrets de Duclos à Lausanne 1791. t. 1. p.
95. e p. 271-273.} V. in questo proposito altro
pensiero p. 1083 dove ho notato questo effetto, discorrendo
della grazia. Certo è però che questa modificazione dell'amor proprio, non è
delle più naturali, benchè non molto lontana dalla natura; e ricerca un
carattere alquanto alterato, ma per altro comunissimo. (1. Agos.
1821.).