21. Agos. 1821.
[1537,1] Gli odori sono quasi un'immagine de' piaceri umani.
Un'[un] odore assai grato lascia sempre un
certo desiderio forse maggiore che qualunqu'altra sensazione. Voglio dire che
l'odorato non resta mai soddisfatto neppur mediocremente: e bene spesso ci
accade di fiutar con forza, quasi per appagarci, e per render completo il
piacere senza potervi riuscire. Essi sono anche un'immagine delle speranze.
Quelle cose molto odorifere che son buone anche a mangiare, per lo più vincono
coll'odore il sapore, e questo non corrisponde mai all'aspettativa di quel
gusto, che dall'odore se n'era conceputa. E se voi osserverete vedrete che
odorando queste tali cose, vi viene quel desiderio che tante volte ci avviene
nella vita, d'immedesimarci in certo modo con quel piacere, il che ci spinge a
porcelo in bocca: e fattolo restiamo mal paghi. Nè solo nelle cose buone a
mangiare, ma anche negli altri odori ci sopravviene lo stesso desiderio; e
1538 fiutando p. e. con gran diletto un'acqua
odorifera, e non potendoci mai appagare di quella sensazione, ci vien voglia di
berla. (21. Agos. 1821.).