30. Agos. 1821.
[1590,1] Non si sa che i costumi de' romani passassero ai
greci neppur dopo Costantino. Dico, non
questo o quel costume, ma la specie e la forma generale de' costumi, come quella
che da' greci passò realmente a' romani, e da' francesi agl'italiani
principalmente, e agli altri popoli civili proporzionatamente. Da che i costumi
de' greci furono formati, essi li comunicarono agli altri, ma non li ricevettero
mai più da nessuno. Quindi la sì lunga incorruttibilità della loro lingua, e la
1591 sua durata fino al presente. La tenacità che i
greci ebbero sempre per le cose loro, e l'amore esclusivo che portarono e
portano alla loro nazione, e a' loro nazionali, è maravigliosa. Ho udito di
alcune colonie greche ancora sussistenti in Corsica e in
Sicilia, dove i coloni parlano ancora il greco,
conservano i costumi greci, e non hanno stretta società se non fra loro, benchè
abitino in mezzo a un paese di nazione diversa, e sieno soggetti a un governo
forestiero. Le relazioni de' viaggiatori intorno alla
grecia, ed agli altri paesi abitati da greci,
confermano questa invincibile tenacità. Dove si trovano greci cattolici e
scismatici, insieme con altri cattolici, i greci cattolici, malgrado il divieto
della loro religione, de' loro vescovi (per lo più forestieri), e l'impero che
queste cose hanno sulla loro opinione, vogliono piuttosto congiungersi in
matrimonio ec. co' loro nazionali scismatici, che co' cattolici forestieri,
fanno stretta alleanza fra loro, e spesso declinano dall'una all'altra
religione. Si potrebbe riferire a questa osservazione il cattivo esito de' tanti
negoziati fatti al tempo del Concilio di Firenze, per
sottomettere la Chiesa greca alla latina, e indurla a riconoscere un'autorità
1592 forestiera. È noto che mentre il rito latino
si stabiliva in quasi tutto il resto del Cristianesimo, il rito greco, e in esso
la lingua greca conservavasi e conservasi in tutta la Chiesa greca comunicante,
in qualunque paese ella sia. E son pur noti i privilegi della Chiesa {greca} Cattolica, e la specie d'indipendenza che gli è
accordata, e la renitenza ch'ella suole opporre a quella stessa parte di dominio
che la Chiesa latina conserva su di lei.
[1592,1] E non è maraviglioso lo stato presente dei greci?
Non si distinguono più le razze gote, longobarde ec. dalle italiane, nè le
franche dalle celtiche o romane, nè le moresche dalle spagnuole. Le lingue sono
pur confuse in questi paesi ec. Non si discernono mai gli Arabi da' Persiani
nella Persia, la religione Araba v'è stabilita
universalmente, la lingua Persiana tutta mista d'arabesco. Le razze e le
costumanze tartare si vengono di mano in mano confondendo nella
China colle razze e costumanze cinesi. Ma i greci non
sono divenuti mai turchi, nè i turchi greci. Due religioni, due lingue, due
maniere di costumi e di usanze, d'inclinazioni e di carattere ec. due nazioni
insomma {+totalmente difformi}
convivono in un paese dove l'una è tuttavia forestiera benchè signora,
1593 l'altra ancora indigena benchè schiava. E se i
costumi greci, e quindi la lingua sono cambiati da quelli di prima, questo
cambiamento deriva piuttosto dal tempo, e da altre circostanze inevitabilmente
alteranti, che dal commercio giornaliero con una nazione straniera. La presente
modificazione de' costumi e dell'indole greca, è quasi affatto indipendente da'
costumi e dall'indole turca: e il tempo le ha piuttosto levato che aggiunto
nulla. L'odierna rivoluzione della grecia, alla
quale prendono parte i greci di quasi tutti i paesi i più segregati; la quale ha
riunito {una} nazione {schiava} in maniera da renderla formidabile ec. ec. dimostra qual sia
lo spirito nazionale dei greci, la ricordanza e la tenacità delle cose loro,
{+l'unione singolarissima fra
gl'individui di un popolo schiavo,} l'odio che portano a quello
straniero con cui e sotto cui vivono da sì gran tempo, {+l'odio nazionale insomma inseparabile dall'amor
nazionale, e fonte di vita ec. (v. p.
1606. capoverso 1.)} L'affare di
Parga ec. fa pure al proposito. (30. Agos.
1821.).