4. Sett. 1821.
[1627,2] La mente umana è di una capacità immensa. Ella
s'innalza fino a Dio, arriva in certo modo a conoscerlo, benchè non possa
determinarlo. Il senso ch'ella prova in questa contemplazione e considerazione,
non è propriamente il disperar di conoscere. Solamente ella conosce di non esser
Dio, e ravvisa la diversità
1628 dell'essenza ed
esistenza fra Lui e se, come fra se e le altre creature. Anzi ella si sente più
simile, più capace d'immaginare e penetrare nel modo in cui Dio esiste, che in
quello delle altre creature. Queste espressioni non son temerarie. La Religione
insegna che l'uomo è uno specchio della Divinità, {+
quasi unus ex nobis.
*
}
(4. Sett. 1821.).