[1021,1] Del resto la lingua italiana patisce ora (serbata la
proporzione) l'inconveniente della lingua latina, forse più che qualunque altra
moderna colta. Ond'ella è per questa parte meno adattata di tutte alla
universalità, distinguendosi sommamente, non solo il suo volgare, ma il suo
parlato dal suo scritto. Non era così anticamente, ed allora l'italiano era più
acconcio alla universalità, come lo prova anche il fatto. Nel trecento lo
scritto e il parlato quasi si confondevano. In Toscana,
{accadeva questo anche nel cinquecento appresso a poco:
e} forse potrebbero ancora confondersi, se i toscani scrivessero
l'italiano o il toscano, siccome lo parlano; laddove nel resto
d'italia, l'italiano non si parla. (7. Maggio
1821.). {{V. p. 1024. capoverso
ult.}}